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Socrate era del parere che queste case fossero belle e utili, e a me sembrò che egli ci volesse insegnare come si deve costruirle.
Il suo ragionamento era il seguente: se qualcuno volesse costruirsi una casa così come questa dovrebbe essere (secondo le regole), non dovrebbe egli attrezzarla in modo che vi si possa vivere comodamente e con funzionalità?
Dopo aver noi approvato quanto egli andava dicendo, continuava: non è una comodità se la casa è fresca in estate e calda in inverno?
Dopo aver approvato anche questo, egli continuò: non è forse vero che nelle case esposte a sud il sole penetra in inverno sotto il portico, mentre in estate passa sopra di noi e sopra i tetti in modo da procurarci ombra?
Se ci fa comodo che questo avvenga, non dovrebbero le stanze esposte a sud essere più alte affinché il sole invernale non ne sia escluso, mentre quelle sul lato nord più basse affinché i venti freddi non possono nuocere? Detto in breve: questa dovrebbe essere veramente la dimora più bella e più confortevole, in cui sentirsi a proprio agio in tutte le stagioni e in cui vivere più al sicuro.
Senofonte (430-355 a.C.)
2500 anni fa, con queste parole, Socrate definiva i principi alla base di una corretta progettazione di edifici.
L’architettura sostenibile nasce allora. In maniera spontanea, intuitiva, pura. Nonostante l’evolversi della tecnica e delle tecnologie questi principi restano basilari per un approccio etico e misurato al progetto.
Un progetto che nasce con queste sensibilità sarà già un progetto sostenibile. Fin dalle primissime fasi, che iniziano con lo studio del sito e proseguono con la definizione della morfologia generale dell’edificio, è fondamentale impostare la progettazione per sfruttare appieno gli aspetti naturali del costruire. Sono alla base, più di qualsiasi altra scelta tecnica successiva, dell’effettiva ottimizzazione delle risorse, dell’efficienza, del risparmio energetico e della qualità del vivere. Perché attingono agli unici aspetti che sono gratuiti, il sole e l’ombra, il vento e la pioggia, l’esposizione e il territorio.
Basta affrontarli per tempo.
È più semplice cambiare una tipologia di isolante o di vetro per migliorare le prestazioni energetiche di un edificio, piuttosto che cambiarne l’orientamento o la sezione una volta che le scelte sono state fatte. Ma mentre i primi sono interventi onerosi, i secondi sono sostanzialmente gratuiti, frutto esclusivamente di una attenzione progettuale. E’ con questo primo passo che si può iniziare bene o male a fare una casa. È un passo di etica costruttiva. Senza dimenticare che, come dice Aldo Rossi, dal momento in cui l’uomo ha iniziato a costruire l’ha fatto con un fine estetico. Queste case devono essere anche belle. Efficienza Etica Estetica.
Noi ci proviamo.